Visita Guidata ad Egnazia

 

Le professoresse di Italiano e di Storia dell’istituto professionale alberghiero di Fasano, hanno organizzato una visita guidata al parco archeologico di Egnazia per i ragazzi delle classi seconde.

Prima di visitare il parco, giovedì 5 dicembre 2019, si è recata a scuola la dottoressa Cinzia Leone, che ha anticipato ai ragazzi ciò che avrebbero visitato agli scavi lunedì 9 dicembre.

Il lunedì mattina, i ragazzi sono andati a scuola e hanno svolto normalmente la prima ora di lezione.

Alle ore nove, con i professori che li hanno accompagnati, si sono recati alla fermata dell’autobus che li ha portati sino al cancello del parco.

Arrivati i ragazzi, si sono recati presso il museo del parco, dove si sono divisi in due gruppi, uno che ha visitato prima gli scavi e uno che ha visitato prima il museo.

Nel percorso per visitare gli scavi, la dottoressa, si fermava a varie tappe per spiegare i resti del monumento che si stata osservando.

Nella prima tappa i ragazzi si sono fermati davanti ad un cartello che rappresentava Egnazia vista dall’alto.

Disse che Egnazia si Sviluppò tra il XV sec. a.C. e il XII sec. d.C.

Questo lungo periodo è stato suddiviso in fasi, la prima fase è detta età del bronzo o fase Protostorica, in questa fase nascono i primi insediamenti sull’acropoli, dei villaggi di capanne realizzati con materiali reperibili sul posto, iniziano a cacciare i cervi e a tessere.

La seconda fase è detta fase Messapica, in questa fase, la Puglia, viene occupata da una popolazione Illirica, gli abitanti erano gli Iapigi.

La Puglia fu suddivisa in tre zone: a nord i Dauni, al centro i Peucezi e a sud i Messapi. Egnazia è collocata tra i Peucezi e i Messapi.

Sono individuabili tre tipi di tombe, tombe a fossa, a camera e a semi-camera.

Quella a fossa è per la gente comune, a camera per gli aristocratici e a semi-camera per la gente ricca.

Nel periodo Messapico, datiamo le necropoli più antiche, cioè i cimiteri della città.

Ad Egnazia ci sono tre tipi di necropoli: necropoli occidentale, necropoli meridionale e necropoli litoranea.

Nel III sec. a.C., inizia la terza fase, cioè la fase Romana. In questa fase, i Romani fondarono una colonia importantissima, cioè Brundisium, l’attuale Brindisi.

Nella fase Romana ci furono dei personaggi importanti come Agrippa, il protettore di Egnazia.

L’ultima fase è la fase Cristiana, un simbolo è l’anello, a forma di tempio, che richiama il tempio di Gerusalemme.

Il primo monumento visitato dai ragazzi è stata la Basilica Meridionale, chiamata così perchè è collocata a sud della città.

Questa si conserva solamente a livello delle fondazioni.

È chiamata anche Basilica Quagliati, perché prende il nome dall’archeologo che l’ha scoperta nel 1912, cioè Quintino Quagliati, che ha iniziato gli scavi per porre fine ai tombaroli, cioè ai saccheggiatori di tombe, che prendevano gli oggetti funebri all’interno delle tombe per poterli vendere ai collezionisti privati.

Questo monumento è suddiviso in tre navate, quella centrale finisce con un’abside. Dopo la Basilica Meridionale, la guida con i ragazzi si sono recati presso i resti della Basilica Episcopale. Sempre situata a sud della città. La guida ha fatto notare ai ragazzi che prima della basilica c’era una fullonica, cioè una tintoria e lavanderia.

Nel periodo Cristiano, questa fullonica fu coperta per costruirvi la basilica.

Divisa sempre in tre navate, con la navata centrale che si conclude con un’abside, però hanno notato che ce ne sono due, perché la basilica è stata costruita in due fasi.

 La prima ricostruzione risale al IV sec d.C., la seconda risale al V sec. d.C., dove viene ingrandita.

La guida e i ragazzi si fermarono sul lato destro della basilica e la dott. Leone fece notare che, sul lato sinistro, verso la strada, c’erano tre ambienti, uno era il battistero, uno per il catechismo e uno per le cresime.

Questa basilica è chiamata così perché aveva sede il vescovo Rufenzio. Che aveva poteri religiosi e politici.

Successivamente, la guida ha accompagnato i ragazzi sino alle terme, fondate nel II sec. d.C.

Il gruppo, si divise in altri due gruppi per poter visitar le terme. Durante la visita, la guida disse che il calore passava da sotto il pavimento per riscaldare l’ambiente. Le terme erano suddivise in quattro sale: sala fredda detta “frigidarium”, sala calda detta “calidarium”, sala tiepida detta “tepidarium” e sala caldissima detta “laconicum”.

Nel IV sec. d.C. le terme cambiano funzione e si trasformano in una fabbrica che produce mattoni. C’era uno spogliatoio affacciato sulla via principale della città, l’ingresso è chiamato Apoditerium. Negli spoglitoi erano presenti panchine di pietra. Le persone andavano alle terme, perché non c’erano i bagni nelle abitazioni, quindi per l’igiene, ma era anche un luogo d’incontro.

Successivamente la guida si spostò sulla via principale cioè a via Traiana, realizzata in cinque anni dal 109 al 114. Questa prende il nome da colui che l’ha fatta costruire, cioè l’Imperatore Traiano.

La via Traiana è il rifacimento di una strada antica, la via Minucia, è anche una scorciatoia della via Appia, si stacca dalla via Appia a Benevento e prosegue verso Brindisi seguendo un percorso costiero.

Questa è una strada lastricata dotata di porta-carri.

Dopo la via Traiana, con la guida, i ragazzi si sono spostati sui pochi resti della Basilica Civile.

Di cui non si hanno molti resti, ma si può capire che verso sinistra, si estende il foro di Egnazia, cioè la piazza con funzione amministrativa. Accanto alla basilica Civile, c’è l’Anfiteatro o piazza, struttura circolare a forma di “uovo”. Non si sa quali funzioni avesse, perché è una struttura poco definita, ma forse è stata utilizzata come “campus magnematris”, oppure per il mercato. Accanto all’Anfiteatro c’è la piazza o foro romano. La pavimentazione è di due colori diversi perché è stata scavata in due momenti differenti. C’è un doppio colonnato che circonda la piazza dove si svolgeva il mercato. La piazza è circondata da ambienti quadrangolari usati come deposito o botteghe. La piazza era l’ultima tappa del percorso esterno dagli scavi. I due gruppi dopo aver visitato uno il museo e uno gli scavi si sono incontrati per fare una pausa di un quarto d’ora circa. Poi chi aveva visitato il museo è andato a visitare gli scavi, e chi è andato a visitare gli scavi è andato a visitare il museo. Nel museo, i ragazzi hanno osservato tutti gli utensili usati dagli abitanti, i corredi funerari, le pavimentazioni e alcune statue.

Una statua rimasta impressa ai ragazzi è stata la statua del mito di Demetra e Persefone. Questo mito racconta che il Dio degli inferi, si era innamorato di Demetra la quale aveva mangiato la melagrana sacra ad Ade, e per stare insieme, lei non voleva rimanere negli inferi per sempre, decise che doveva stare sei mesi negli inferi e sei mesi sulla Terra. I sei mesi negli Inferi segnavano le stagioni Autunno e Inverno e quelli sulla Terra segnavano le stagioni Primavera ed Estate.

Usciti dal Museo, i ragazzi sono andati a visitare una necropoli.

Alla fine i ragazzi dei due gruppi si sono riuniti per aspettare il bus per ritornare a Fasano.

Secondo i ragazzi, questa visita è stata istruttiva, per sapere più nozioni sul nostro territorio.

Ai ragazzi non è piaciuto solo il mezzo con cui si sono recati.